In Italia si concentra il 75% del patrimonio culturale esistente al mondo facendoci posizionare al primo posto per influenza ed eredità culturale. Ma siamo davvero in grado di sfruttare questi beni artistici?

La cultura è una forza vitale dell’economia italiana, è trainante e ha addirittura un effetto moltiplicatore. Lo dice “Io sono cultura”, il nuovo rapporto di Fondazione Symbola redatto con Unioncamere.

Cos’è il rapporto ‘Io sono cultura’

  • ‘Io sono cultura’ è un rapporto che viene redatto per monitorare il sistema produttivo culturale italiano, ovvero l’insieme di tutte le attività (imprese, PA e non profit) che siano “cultura core”, cioè direttamente impegnate nel mondo della cultura (musei, beni culturali, gallerie, festival, letteratura, cinema, musica, teatro e performing arts) o “creative driven”, cioè che dalla cultura traggono linfa vitale, come il made in Italy o la ristorazione. Si tratta dell’unico studio che annualmente quantifica il peso della cultura e della creatività nell’economia nazionale.

 

  • Secondo i dati il sistema produttivo culturale è responsabile del 6,1 per cento della ricchezza nostrana, pari a 89,7 miliardi di euro. Non solo. La cultura ha anche un effetto moltiplicatore di 1,8. Cioè: per ogni euro prodotto dalle industrie culturali, se ne “attivano” 1,8 in altri settori, pari a 160,1 miliardi. Si arriva così a un totale di 249,8 miliardi di euro generati dall’intera filiera culturale, che rappresentano il 17 per cento del valore aggiunto nazionale. Gli occupati nella cultura sono 1,5 milioni, ossia il 6,1 per cento dei lavoratori italiani.

 

  • Le industrie culturali (come media, film, videogiochi, musica, libri ed editoria) generano 33 miliardi di valore aggiunto, le industrie creative (come architettura, comunicazione e design) 12,7, performing arts e arti visive (rappresentazioni, convegni e fiere) 7 miliardi, la conservazione e la tutela del patrimonio storico artistico ne produce 3. Le attività creative driven generano 34 miliardi di euro in valore aggiunto.

 

  • Tra le città, Milano è al primo posto in Italia per incidenza di valore aggiunto e occupazione Spcc (Sistema produttivo culturale e creativo); seguono Roma, Torino, Siena, Arezzo, Firenze, Modena, Ancona, Bologna, Trieste. Tra le regioni, a trainare per valore aggiunto prodotto è il Lazio, seguito da Lombardia, Piemonte, Valle d’Aosta e Marche. Tra le macro-aree, quella che produce il maggior valore aggiunto totale dell’economia locale è rappresentata dal Centro (7,5 per cento), seguita da Nord-Ovest (7,1) e Nord Est (5,8). Il Sud solo il 4,3 per cento.

Insomma, investire in cultura rende e l’imprenditoria continua a farlo. Fa bene all’economia del territorio e genera ricchezza, bisogna solo crederci un pò di più.

 

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