Ieri mi è capitato di guardare in tv una trasmissione dove si parlava di Covid-19, purtroppo, si sa,  i programmi sono solo su questo ultimamente.

Ho ascoltato il direttore generale dell’ASL di Treviglio, provincia di Bergamo; beh, lì la situazione è davvero molto grave.

Stando ai numeri, nell’ultima settimana, hanno seppellito 70 persone.

Settanta persone non sono poche. Sono nonni, nonne, padri e madri. E c’è anche qualche giovane. Non ci sono davvero più posti in terapia intensiva infatti, ne stanno costruendo un’altra, utilizzando un palazzetto dello Sport. In due settimane dovrebbe essere pronta. Il governatore della Regione Lombardia, Fontana, parlava dell’emergenza sanitaria, di quanto, una volta ultimata la struttura, manchino comunque medici, infermieri e respiratori. Insomma una situazione stra-ordinaria sul serio. Aspettano medici cinesi in aiuto e supporto. Arriveranno in questi giorni.

La riflessione che voglio fare è questa: noi non ce ne siamo ancora accorti di questo disastro, noi che non viviamo lì ci diamo appuntamento ad un dato orario, usciamo dai balconi e cantiamo. A Bergamo non si canta. C’è un silenzio compito. Un silenzio che sa di morte e di disperazione.

C’è un’Italia che soffre moltissimo e una che soffre di meno.

Ieri mi sono sentita male mentre ascoltavo le parole dei medici dell’ospedale di Treviglio.

Ho pensato di essere per l’ennesima volta fortunata a trovarmi lontana qualche chilometro da un luogo dove, di questo maledetto virus stanno morendo.

Allora mi chiedo se siano giusti i flashmob, le canzoni ed altre iniziative simili per raccontarci che “andrà tutto bene“. In altre parti dello stivale non sta andando “tutto bene”.

Forse sarebbe meglio raccoglierci in un rispettoso silenzio e unirci nel nostro focolare con un sentito cordoglio per la Lombardia ed una speranza per il resto della penisola?

Non lo so, di certo acquisire consapevolezza e sapere che questo è un contagio velocissimo e molto pericoloso, ci aiuta a responsabilizzarci. Restiamo a casa! E’ di fondamentale importanza. 

Oggi vogliamo ricordare Giovanni Maironi da Ponte bergamasco, fu scienziato e scrittore di spicco nella Bergamo del 1800.

Stefania Pascali