Sono una lavoratrice autonoma, è la prima volta che la partita iva mi serve a qualcosa.
Cerco di andare sul sito dell’inps dalle 10 di stamattina ma non è possibile accedervi ed ora, addirittura mi scrive che: il servizio non è momentaneamente disponibile.
Si sapeva. Era assolutamente prevedibile.
Pazienza, hanno garantito liquidità e nessun click-day. Come qualcuno aveva scritto.
Ecco, io oggi vorrei esprimere la mia personale confusione su tutte le informazioni che ci vengono date in questi giorni. Sappiamo bene che la comunicazione è la materia più difficile al mondo, se aggiungiamo che essa è gestita da milioni di utenti che possono dire, blaterare, spifferare, inventare qualunque cosa passi loro per la testa, capiamo bene che tipo di caos si possa generare.
E proprio a tal proposito, vi volevo parlare di questo che è un fenomeno vero e proprio che il coronavirus si è portato dietro: ossia l’infodemia.
Dal vocabolario Treccani l’infodemia precisamente è: la circolazione di una quantità eccessiva di informazioni, talvolta non vagliate con accuratezza, che rendono difficile orientarsi su un determinato argomento per la difficoltà di individuare fonti affidabili.
Leonardo Becchetti su Avvenire scrive:” con il neologismo infodemia l’organizzazione mondiale della sanità ha voluto sottolineare che forse il maggiore pericolo della società globale nell’era dei social media è la deformazione della realtà nel rimbombo degli echi e dei commenti della comunità globale su fatti reali o spesso inventati”.
Ed è questo il punto. Con i social network tutti possiamo dire la nostra. Ma non tutti hanno senso etico e soprattutto alcuni amano creare scompiglio, confusione e trambusto. Le comunicazioni sono moltissime riguardo a questo argomento. Se ne sono dette tante e tante continuano a dirsene. Che sia un complotto della CIA di Trump, che sia un esperimento di laboratorio, che venga dai pipistrelli. Il fatto è che le informazioni che riceviamo vengono poi lavorate ed elaborate da terzi. E l’interpretazione può variare da soggetto a soggetto. Chi la dice cotta, chi la dice cruda! E noi non capiamo niente. Sentiamo tutto e il contrario di tutto. Non sappiamo a chi credere, di chi fidarci. E soprattutto supponiamo che quello che leggiamo sia la verità! Senza informarci se è una fake, se non lo è. Siamo subito pronti a dare la notizia!
Non importa se giusta o sbagliata. Abbiamo fretta di comunicare.
Sappiamo bene però che in tutto ci deve essere un’etica. Lasciamo fare il lavoro a chi ha studiato per farlo. Non abbocchiamo a qualunque notizia. Questo non è gossip. Questo è un fatto serissimo e grave che sta cambiando il mondo. Non si parla di qualche vip che ha fatto le corna alla fidanzata. Quella può essere una notizia montata, finta, vera. Cosa importa?
Ma qui si parla di noi. Della salute. Dei modi di comportamento. Delle regole da tenere.
Ricordiamocelo questo termine: infodemia e quando ci arriva una notizia, vagliamone con cura la fonte e l’esattezza
Stefania Pascali