Paura, vergogna, gioia, divertimento, soddisfazione, rabbia.

Tutti conosciamo queste emozioni e le abbiamo provate almeno una volta nella nostra vita.
Ma cosa sono le emozioni e, soprattutto, siamo sicuri di saperle riconoscere?
Sappiamo tutti descrivere come ci spaventiamo quando vediamo qualcosa di pericoloso per la nostra incolumità, o raccontare di come diventa più bello il mondo quando siamo felici. O ancora come il nostro volto diventa verde dalla gelosia.
Le emozioni sono stati mentali e fisiologici associati a modificazioni psicologiche, a stimoli interni o esterni, naturali o appresi. Secondo la maggior parte delle teorie moderne, le emozioni vengono definite come un “processo multicomponenziale”, cioè articolato in più componenti e con un decorso temporale che evolve.
Esse svolgono una funzione fondamentale nella nostra vita, perché ci segnalano come stanno andando le cose, se stiamo bene o male, se una giornata è bella o brutta. Sono quella materia invisibile, intangibile ma che esiste e ci permette di essere collegati alla realtà.

Non esistono emozioni positive ed emozioni negative: tutte ci servono a sopravvivere.

Non sempre le emozioni sono facili da decifrare, misurare e descrivere. Ognuno le vive a modo suo e le percepisce in maniera soggettiva.
Ciò che va a differenziare le diverse le emozioni che proviamo sono i pensieri. Ad esempio immaginiamo di dover prendere un treno per andare a lavoro e questo tarda ad arrivare. Pensiamo che non faremo in tempo a rientrare in ufficio e saremo rimproverati. Lo stesso scenario scatenerà emozioni e pensieri diversi nella nostra giornata di ferie. Stessa situazione ma pensieri ed emozioni opposti.
Le emozioni, inoltre, non comunicano solo con coi stessi, ma anche con gli altri. Svolgono un importante funzione sociale. Il nostro viso, le nostre espressioni, il tono di voce, la postura dicono agli altri più di quanto possiamo dire loro con le parole.

Serena Colecchia

 

Foto di Gino Crescoli Pixabay