“Non esiste per me un livello più alto della parola dono: da vita a vita.”

Così Erri De Luca, scrittore e giornalista italiano, descrive il gesto del donare.

Una prassi mai scontata ma che ci arricchisce ogni qualvolta la mettiamo in pratica. Offrire un caffè a un amico, dedicare tempo ad un’altra persona, fare un regalo inaspettato, sono situazioni che capitano abbastanza frequentemente, che facciamo anche di consueto e che non sono mai banali come potrebbe a volte apparire. Molto spesso, però, nella società odierna, ha preso piede il concetto di utilità, cioè del vantaggio individuale che emerge nel momento in cui doniamo e ci aspettiamo qualcosa in cambio. Il dono gratuito e disinteressato spesso passa in secondo piano non considerandolo più come un valore sociale capace di creare senso di comunità.

E’ questa la lezione che imparerà Alice nello spettacolo teatrale “Due monete per il Paese delle Meraviglie” della compagnia “Art-o’ nuove drammaturgie popolari” e che andrà in scena sabato 28 e domenica 29 dicembre al Centro culturale “Aldo Moro” di San Salvo.
Uno spettacolo che trae spunto dall’opera di Lewis Carroll “Alice nel Paese delle Meraviglie”, e ne rimescola immagini, luoghi e personaggi per parlare ai bambini di temi quali l’economia e il valore delle risorse umane.

Alice, nel paese contemporaneo, scopre di trovarsi nel regno in cui tutto ha un prezzo e dominato dall’utilitarismo e dal guadagno personale.

Nel Paese delle Meraviglie ognuno vende qualcosa e ogni cosa diventa merce: ogni contatto e relazione è corrotta dall’ambiguità di comunicazioni il cui unico scopo è quello del lucro. In questo mondo “meraviglioso”, in cui tutto brilla e ha un prezzo, si scontrano gli ideali e i valori della piccola Alice, per la quale il calore di una carezza al gatto o la bontà della torta della nonna non si possono comprare.

Serena Colecchia

 

Immagine: Foto di scena, compagnia “Art-o’ nuove drammaturgie popolari”