Non è mistero la crisi del teatro italiana. Sempre più teatri, sparsi nella penisola, chiudono per mancanza di finanziamenti e per la poca importanza data ad essi.
In un teatro lavorano molti tecnici, artisti e professionisti del settore che, purtroppo sanno già che verranno licenziati o non pagati. Ma il vero problema è più in fondo.
La crisi del Teatro è la crisi di una società. Non riconoscere l’importanza della cultura e delle arti figurative in genere è il vero cancro di una comunità.
In una società che ci vuole barbari e ignoranti, la vera rivoluzione sarebbe riconoscere il valore dell’arte. Tutta l’arte. Abituare il cittadino ad una mostra di pittura, a vedere compagnie di danza, ad ascoltare musica classica dal vivo, ad assistere a spettacoli di prosa. Educarlo al bello. Abituarlo ad un senso critico, allo spirito di osservazione, a poter distinguere il bene dal male.
E’ una lotta nella lotta. Ma bisogna crederci e battersi. Non è raro ascoltare storie di personaggi famosi che si sono salvati grazie all’arte. Ricordo che, una volta, mentre parlavo con un attore famoso, mi disse che un giorno poteva scegliere due strade: andare a rubare un’auto o andare a fare le prove in una compagnia del suo paese. Beh, scelse la seconda opzione, è il caso di dirlo: l’arte salva la vita.
Stefania Pascali
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