Riferendoci all’articolo precedente, quello in cui si parlava dell’origine della parola cultura, abbiamo detto che essa comprende tutto il patrimonio di una civiltà. Tradizioni, usi, costumi, credenze, religione.
Noi italiani veniamo da una cultura ricchissima e viva. I migliori pensatori ed inventori della storia sono italiani. Ancora oggi, città come Torino, Roma, Firenze, Napoli o Siracusa ospitano opere di importanza storica mondiale, ancora oggi si studiano capolavori come il Bernini o il Pantheon. Passeggiando per le vie della capitale italiana, ti perderesti, incantato, ad ammirare Fontana di Trevi con la sua leggenda della monetina da lanciare se vuoi tornare a visitare la città. È’ splendido. È poetico, romantico e concreto.
Architettura, scultura, pittura, letteratura e filosofia italiane sono materie che si apprendono dappertutto.
Anche la lingua, l’italiano, è una lingua amata e apprezzata in tutto l’estero perché, nascendo moltissimi anni orsono, derivando dal latino e dal greco, è zeppa di storia e antica cultura.
Ricordo che a scuola, ( io feci il classico), ogni volta che leggevamo un passo di letteratura latina o greca ritrovavamo scorci della nostra cultura.
Il senso dell’ospitalità, la gentilezza, l’amore per le arti ma anche la passione per l’amore carnale o la cucina, l’educazione tutto si ricollega a come viviamo noi oggi.
La cultura è fondamentale per la crescita di un popolo
Senza, saremmo degli “in- civili”, dei selvaggi, dei bruti. Un mondo senza cultura è un mondo senza regole, senza bellezza, senza ordine. Ecco, la cultura dà ordine e disciplina. Dà una direzione, un senso.
Gli uomini hanno bisogno di senso. Hanno bisogno di spiegarsi gli accadimenti della vita anche quelli inspiegabili e per farlo, hanno inventato “cultura”. Riti, religioni, chiese. L’importanza della cultura è data dal fatto che essa è crescita intrinseca di un popolo. È avanzamento, innovazione.
La cultura si legge, si tocca, si impasta, si ascolta e si accetta. Evviva la cultura.
Stefania Pascali