Il governo si è reso conto di quanto i bambini stiano soffrendo chiusi in casa da circa tre settimane.
Si stanno cercando soluzioni. I miei figli mi dimostrano una grande lezione di pazienza. Il più grande, 5 anni, solo all’inizio della quarantena faceva domande su quando sarebbe potuto tornare a scuola. Dopo di che, il silenzio. Come se si fosse adeguato ad una situazione.
–Non si può uscire- mamma –c’è il virus-.
Ecco la sua risposta quando gli chiedo come la stia vivendo. Il più piccolo, 16 mesi, sembra più insofferente. Ma un dato di fatto è che lui non ricorderà nulla di questo evento da grande.
Dicevamo che per i bambini sarebbe auspicabile un’ora di svago fuori dalle mura domestiche.
Ma come si potrebbe fare?
Non vorrei proprio essere nei panni di Conte.
La situazione è complessa veramente.
L’ora d’aria per i nostri figli, quella per cui si stanno battendo le associazioni, gli psicologi e i pedagoghi, è semplice, come al solito, solo “su carta”.
Se pensiamo alle grandi città, la questione si complica.
Come si farebbe a regolamentare un’uscita per i bambini?
La soluzione quale potrebbe essere?
Dare un orario ad ogni quartiere?
Eh, mica facile!
- Si creerebbero assembramenti
- Chi rispetterebbe davvero il limite di una, solo un’ora da passare fuori?
- Ricominceremmo a girare per le città.
Bisognerebbe affidarsi al buon senso delle persone. Abbiamo notato però che non tutti i cittadini sono dotati di senso civico e di rispetto.
Noi forse crediamo semplice gestire 60 milioni di italiani ognuno con i propri bisogni ma non lo è.
Nei piccoli centri forse l’ora per i più piccoli è più fattibile ma per gli altri?
Stiamo vivendo un tempo assurdo. Che segnerà per sempre il nostro destino.
Ci hanno chiesto di rimanere in casa, con la nostra famiglia. Non metto in dubbio questa fortuna. Là dove nelle famiglie regna amore ed armonia. Ma, allo stesso tempo, è difficile rimanere in case di 100 mt2 per così tanti giorni.
Non abbiamo ville holliwoodiane con campi da calcio e basket.
No, noi siamo gente comune.
Gente che ora sta soffrendo.
Stefania Pascali